In concomitanza con le celebrazioni dei 700 anni dalla morte del “sommo Poeta” l’assessorato alla Cultura
del Comune di Verzuolo in collaborazione con l’Associazione Culturale Verzuolese
(ACV) e l’associazione Librarsi APS ha in programma una serie di iniziative che
si concretizzeranno nei prossimi mesi al fine di valorizzare i frammenti dell’antico
Codice Dantesco risalente al 1350, conservati nell’Archivio Storico comunale.
«Le iniziative sono volte
a valorizzare, come già fu fatto in concomitanza di altri anniversari Danteschi,
questo immenso patrimonio custodito nell’archivio comunale per renderlo
fruibile al vasto pubblico - afferma l’assessore alla cultura Gabriella Peruzzi
-. I frammenti verzuolesi sono uno dei rari ritrovamenti di Codici Danteschi in
Piemonte, ma anche uno dei più antichi».
Il progetto prevede la
realizzazione di un cortometraggio sceneggiato che partendo dai frammenti verzuolesi
apra lo sguardo alla cultura delle Terre del Monviso anche nell’ottica della
candidatura di Saluzzo a Capitale della Cultura 2024. Tutto il girato sarà
affiancato da un “making of” che verrà montato ed affiancato alla produzione principale.
Accanto a ciò sono previsti eventi nelle scuole e, qualora la pandemia lo
consenta, la realizzazione di una lettura e spiegazione dei frammenti verzuolesi.
Inoltre, l’iniziativa si collegherà ad altri progetti già presenti sul
territorio cuneese.
Le origini del codice
A scoprire il codice fu
probabilmente Agostino Savio, farmacista verzuolese, che durante alcune
ricerche storiche nell’Archivio Comunale scoprì il valore del foglio che
avvolgeva il volume degli ordinari del 1603. Il primo a scrivere sull’esistenza
di questi frammenti di Codice Dantesco fu invece, nel 1898, Ferdinando Gabotto
che cita la presenza nell’Archivio Comunale verzuolese di due frammenti di un
codice della Commedia del secolo XIV. Uno di questi frammenti costituisce il
foglio di guardia (membranaceo) del volume degli Ordinati del 1603, e comprende
quattro pagine, ciascuna su due colonne; l’altro serve da dorsale allo stesso
volume.
Un secondo ritrovamento,
attestato verso il 1942 e documentato dai Giovanni Fissore, aumenta il numero
delle pagine di due fogli usati come copertina del libro dei conti sempre del
1603. Secondo quanto emerge il Codice (in tutto 12 pagine del Purgatorio) doveva
essere assai elegante, sia per le iniziali presenti in ogni pagina, sia per la
nitidezza del carattere e la finezza della membrana. Gli studi filologici fino
ad ora compiuti a proposito del Codice verzuolese (gli ultimi ad opera di
Adriana Muncinelli e Paolo Pezzono) gli attribuiscono come datazione l’epoca intorno
al 1350 (Dante morì nel 1321) e come autore un “copista dell’Italia
nord-orientale che abbia sott’occhio un esemplare dell’Italia media”. Non si
tratterebbe dunque certamente di un testo scritto in Piemonte: tuttavia ad oggi
il mistero di come tali frammenti siano arrivati in un paesino del sud Piemonte
è ancora un mistero.
Alcuni studiosi legano i
frammenti verzuolesi a Lagnasco, nella seconda metà del Quattrocentro,
importante polo culturale grazie alla presenza di Stefano Talice, grande
studioso e amante del Poeta. Alcuni storici sono convinti che in quell’epoca,
proprio a Lagnasco si tenessero delle letture pubbliche della Commedia e che il
pubblico giungesse da tutto il Marchesato di Saluzzo. Si potrebbe quindi
pensare che il Codice verzuolese sia giunto dal paese vicino e che facesse
parte della biblioteca stessa del Talice.
Altri
studiosi ipotizzano anche che la Commedia potesse essere arrivata nella
biblioteca del Castello di Verzuolo (allora facente parte del florido
Marchesato di Saluzzo) dalla Francia oppure che la copia fu scritta da uno
degli ordini religiosi (domenicani o cappuccini) presenti a quell’epoca in
paese.
Se è
vero quindi che nei paesi del territorio del Marchesato di Saluzzo la
popolazione viveva prettamente di agricoltura e l’analfabetismo raggiungeva
livelli altissimi, è anche vero che nelle piccole corti dei castelli di
Verzuolo, Manta, Lagnasco, Costigliole e molti altri, la vita culturale e intellettuale
era coltivata con cura e attenzione.