Ripartire lavorando ad un modello inclusivo e pienamente sostenibile per migliorare la sicurezza della salute e dell’ambiente. È quanto il Consiglio comunale di Verzuolo chiede al Ministero della Sanità e alla Regione Piemonte attraverso un ordine del giorno approvato all’unanimità nell’ultimo Consiglio comunale. Punto di partenza la constatazione che la pandemia Covid-19 ha fatto emerge con più criticità le carenze della sanità.
Tre le richieste avanzate dal Consiglio a Ministero e Regione. La prima quella di ripensare la sanità, abbandonando l’attuale approccio ospedalocentrico e costruendo un nuovo rapporto ospedale-territorio, il cui criterio di selezione dell’utenza non sia l’età. La seconda che l’ospedale Saluzzese torni ad essere punto di riferimento per il territorio con la Medicina Interna e Riabilitativa, gli ambulatori e con la sanità territoriale intesa come Medici di Famiglia e “Casa della Salute” che a Verzuolo svolgono un ruolo fondamentale garantendo cure primarie. La terza richiesta è di considerare come a Verzuolo sia ottimale il modello USCA (Unità Speciale di Continuità Assistenziale) che consente le cure a domicilio dei pazienti anche grazie agli assistenti sociali; il fine ultimo è lavorare in “rete” e realizzare un’integrazione tra ospedale e “Casa della Salute”, unendo l’assistenza medica all’accompagnamento umano e sociale, aiutando ad intervenire prima e meglio e contenendo anche la spesa sanitaria e farmaceutica.
L’ordine del giorno si conclude ribadendo come il servizio sanitario nazionale non sia un costo, ma un investimento in salute e condividendo l’idea di dedicare una “Una giornata per la Festa dei camici bianchi” quale ringraziamento e riconoscimento dell’impegno profuso da tutte le professioni mediche, dagli operatori sanitari e sociali e dai volontari durante la pandemia.